LA LEGGENDA DI PALESTRINA

LA LEGGENDA DI PALESTRINA

27 Gennaio 2025 0 Di angelo

Lorenzo Donati su Amadeus del mese di gennaio (n. 400) celebra i 500 anni della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

“Palestrina è un musicista ancora attuale – scrive – grazie ai tanti artisti e appassionati che lo cantano facendo respirare le sue polifonie”. Lorenzo Donati è direttore del Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini” dal 2016 ed è docente di musica corale e Direzione di coro presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia.

“La cosa che ha segnato fin dall’inizio il mio percorso musicale – scrive ancora – fu l’incontro con la musica di Palestrina. Alla prima prova a cui partecipai cantammo Tu es Petrus di Palestrina e a me piacque tantissimo. La potenza e l’equilibrio del contrappunto, la sinuosità e la bellezza delle melodie che ti aiutavano a portare la frase fino all’accento principale, il bilanciamento tra le singole voci. Tutto era perfetto”.

Donati, negli anni si è dedicato ad alcuni mottetti del Palestrina rielaborando le sue composizioni fino ad arrivare al Sicut cervus per quattro cori che sta facendo il giro del mondo ed è oggi cantato da cori in Estonia, Stati Uniti, Filippine ed Indonesia.

Alla rivista è allegato un cd, La leggenda di Palestrina. Polifonia a Roma e Siena tra Cinque e Seicento, con musiche oltre che di Palestrina anche di Bianciardi, Banchieri, Casulana e Agostino Agazzari (1578-1640). Il titolo del cd. è dovuto al fatto che la leggenda di Palestrina sembra sia nata a Siena proprio ad opera di Agostino Agazzari. Quest’ultimo, dopo aver ricoperto il ruolo di organista nel Duomo di Siena, iniziò una folgorante carriera di compositore. A Roma, nel 1602 diventa maestro di cappella del Collegio Germanico e, nel giro di due anni, pubblica tre libri di mottetti. Fu lui il primo a scrivere in un suo libro di argomento musicale che la musica non fu bandita dalla Chiesa grazie a Giovanni Pierluigi: “vero è che poco mancò che Papa Marcello non sbandisse affatto la musica dalla Chiesa, mercé Giovanni Pallestrina…”.

Fu la penna di Agazzari, dunque, che a Siena dette vita alla leggenda, poi trasmessa in varie forme fino al Novecento, che Giovanni Pierluigi da Palestrina avrebbe salvato la musica moderna della Chiesa Romana e – di conseguenza – tutta la futura arte musicale italiana e occidentale, dimostrando al Papa che un corretto uso del contrappunto avrebbe fatto ben comprendere le parole senza perdere la magnificenza della polifonia.

“Palestrina è vivo, – conclude il suo articolo Lorenzo Donati – grazie ai tanti musicisti ed appassionati che lo cantano facendo respirare la musica, grazie a chi lo ascolta seguendo i nastri delle sue melodie che si intersecano, grazie alle straordinarie composizioni che ci ha lasciato e che nella registrazione abbiamo cercato di interpretare con rispetto, dedizione e passione”.

Di Palestrina, il Coro della Cattedrale di Siena esegue il Kyrie dalla Missa Papae Marcelli (1567) e l’Agnus Dei dalla Missa Brevis (1570), i mottetti Tu es Petrus e Quodcumque ligaveris per terram (1572), Laudate Dominum omnes gentes (1572), Super flumina Babilonis (1587), Sicut cervus e Sitivit anima mea (1587), e i madrigali Vestiva i colli e le campagne intorno (1566), Iesu flos matris virginis (1586).