PERSIANO ROSA, FONDATORE DELLA CONFRATERNITA DELLA TRINITA’ DEI PELLEGRINI E PADRE SPIRITUALE DI S. FILIPPO NERI

PERSIANO ROSA, FONDATORE DELLA CONFRATERNITA DELLA TRINITA’ DEI PELLEGRINI E PADRE SPIRITUALE DI S. FILIPPO NERI

5 Maggio 2019 2 Di angelo

Il 1° aprile 1558 ricorre il 461° anniversario della morte del sacerdote Persiano Rosa.

Non si conosce la data di nascita di questo illustre prenestino, nato in Palestrina “da onesta Famiglia”, perché moltissimi documenti, tra cui i registri dei battesimi delle Chiese prenestine, andarono distrutti nel sacco che Roma e i paesi dei dintorni subirono da parte dei Lanzichenecchi nel 1527.

Divenuto sacerdote, fin da giovane si ritirò a Roma nel Convitto di San Girolamo della Carità, “attendendo con gran fervore alla cultura delle anime” come si legge nelle “Memorie prenestine” di Petrini (1795). Persiano Rosa fu scelto da Filippo Neri, poi divenuto santo, come suo confessore e padre spirituale. I due fondarono insieme, il 16 agosto 1548, la Confraternita della SS. Trinità dei Pellegrini a Roma per l’accoglienza dei pellegrini che venivano per venerare i luoghi santi e per l’assistenza a quanti avevano bisogno di cure mediche. Durante il Giubileo del 1550, la Confraternita fu in grado di alloggiare e curare circa 600 persone al giorno, e circa 800 nel giubileo successivo; negli Statuti della stessa Confraternita (Roma 1821) si legge: «P. Persiano Rosa fu padre spirituale e direttore della coscienza di san Filippo, e degli altri Confratelli, non fece se non consigliare, approvare, e cooperare alla fondazione di tal pio Instituto, di cui san Filippo ne pensò, ne volle, e ne procurò in ogni modo lo stabilimento».

Persiano Rosa, dopo una vita interamente dedicata all’assistenza di poveri e pellegrini, morì assistito proprio da Filippo Neri.

Sempre Petrini scrive: San Filippo Neri si pose sotto la sua direzione, lo scelse in suo confessore, e per stargli più da vicino, andò ad abitare secolui; di modo che sì trovò presente alla sua agonia, e lo liberò da una crudele tenzone, che il Demonio gli mosse in quel punto“. Un’altra testimonianza è quella di Leonardo Cecconi che così descrive gli ultimi momenti di vita del Rosa:«Trovandosi egli infermo a morte, in quell’ultimo conflitto sostenne una gravissima battaglia col Nemico dell’uman genere, nel quale altre parole dalla bocca di lui non sentivansi che “Tu judica me Deus. Tu discerne causant meam”, e nel pronunciare questi accenti, tutto affannato ora alzatasi a sedere sul letto munendosi del segno della Santa Croce; ora gettatasi da un lato, ed or dall’altro in rimirandosi tutto spaventato per le penosissime angustie, che sofferiva. In questo mentre illuminato il Santo da Dio della forte tenzone sosteneva contro al Demonio il suo Padre Spirituale, sopraggiunto appena nella di lui stanza che rimirandolo tutto mesto Persiano gli disse: “S. Philippe ora pro me”. Filippo perciò compassionando le gravi angustie, si pose immantinente in orazione; ed appena ebbe poste le ginocchia a terra che il Demonio disparve del tutto; ed il moribondo postosi in istato lieto, e tranquillo, nel giorno seguente placidamente se ne volò agli eterni riposi“.

Fu sepolto in Roma, nella cappella maggiore della SS. Trinità dei Pellegrini e, in sua memoria, riconoscendolo quella Confraternita per il suo fondatore, nel 1669 gli eresse la seguente lapide: «D.O.M. / IMMORTALEM VITAM EXPECTANS / JACET HIC / PERSIANUS ROSA PRAENESTINUS / VIR ILLIBATAE FAMAE / DIGNUS DEI SACERDOS, QUIA CASTISSIMA / TANTI A SANCTO PHILIPPO NERIO EXISTIMATUS / UT EO TANQUAM SUAE VITAE MAG ISTRO / IN SUAE CONSCIENTIAE ARCANI APERIENDIS / UTERETUR / EUM SOCIUM SIBI FACERET / IN SANCTISSIMAE TRINI TATIS ARCHICONFRATERNITATE / INSTITUENDA / POST IMMENSA CHARITATIS EXCITAMENTA / IN ESTREMO MORTIS AGONE / AB EODEM SANCTO PHILIPPO NERIO / CONTRA DAEMONES ADIUTUS / SUAVISSIMAM DEO AN IMAM AXALAVIT / ANNO DOMINI MDLVIII / UT ROSA MUTARETUR IN LILIUM / PLANTATUS IN DOMO DOMINI / CUM IUSTIS FLORERET IN AETERNUM / EADEM ARCHICONFRATERNITAS /TAM PRAECLARI VIRI MEMORIAM / RENOVAVIT / ANNO SALUTO MDCLXIX», cioè «...Uomo di integra fama, degno sacerdote di Dio, poiché purissimo, fu tanto stimato da S. Filippo Neri che questi se ne servì come maestro della sua vita… Dopo immense esortazioni di carità negli ultimi momenti di vita aiutato dallo stesso S. Filippo contro i demoni esalò la sua dolcissima anima a Dio...». La sua città natale gli ha dedicato una via.

Angelo Pinci