PRAENESTES ANTIQUAE LIBRI DUO, IL PRIMO LIBRO SULLA STORIA DI PALESTRINA

PRAENESTES ANTIQUAE LIBRI DUO, IL PRIMO LIBRO SULLA STORIA DI PALESTRINA

1 Giugno 2019 0 Di angelo

L’autore della prima storia di Palestrina, Praenestes Antiquae libri duo, fu Giuseppe Maria Suarez (1599–1677), nativo di Avignone e bibliotecario dei Barberini. L’opera, pubblicata a Roma nel 1655 per i tipi di Angelo Bernabò, gli fu commissionata dal cardinal Francesco Barberini per celebrare l’acquisto del feudo di Palestrina, avvenuto nel 1630; nel frontespizio del libro, infatti, è inciso uno splendido stemma dei Barberini, ed a Maffeo – figlio di Taddeo primo principe della città – nato nel 1631 è dedicato il libro. La stesura del libro, però, fu molto travagliata e occupò un arco di circa venti anni.

Dopo l’incarico del cardinale, Suarez – che era già stato a Palestrina nel 1614 per celebrare le nozze di Artemisia Colonna con Federico Cesi – fece molte escursioni a Palestrina per reperire la documentazione necessaria e aveva da poco iniziato il lavoro quando fu nominato vescovo di Vaison in Francia (1633). Dovette quindi partire e portare con sé la documentazione fino allora raccolta. Il cardinal Barberini, da parte sua, gli forniva in continuazione nuovi documenti e Suarez, a mano a mano che progrediva nella stesura del libro, inviava i capitoli a Roma e le bozze stampate gli venivano restituite per la correzione degli errori. Uno dei due manoscritti conservati nella Biblioteca vaticana (Ms. Barb. Lat. 3022),in parte autografo del Suarez, è datato da Vaison nell’anno 1642, ma soltanto nel 1655 fu dato alle stampe. Il continuo invio dei capitoli a Roma causò degli errori nella stampa del libro, nella numerazione delle pagine: 1-24, 33-40, 33-298. Ogni esemplare dell’opera sembra essere diverso dall’altro. Da un esame fatto da Caterina Forni Montagna su dieci copie conservate in altrettante biblioteche, infatti, è risultato che il libro consta di una serie di fascicoli composti e stampati nel periodo che va dal 1640 al 1655 e “assemblati” in quell’ultimo anno; le tavole allegate sono sempre inserite in pagine diverse.

Il libro (cm. 17×24) contiene otto tavole incise, più volte ripiegate, raffiguranti iscrizioni, immagini della dea Fortuna, alcune ricostruzioni del tempio della Fortuna fatte da Pietro da Cortona, e due particolari del mosaico nilotico; altre tre incisioni raffiguranti monete trovate a Praeneste sono inserite nel testo.

Le prime tre tavole, collocate tra le pagine 36-39 dell’edizione da noi consultata, sono inserite nel capitolo XIV, dedicato alle sorti della Fortuna. Preneste fu famosa per le sorti della dea Fortuna e per il tempio in cui venivano proferiti gli oracoli. Nella prima sono riprodotte quattro tavolette di bronzo, disegnate da Cassiano Del Pozzo, su cui erano incisi i responsi. Le altre due presentano le varie immagini (n° 15) della dea Fortuna venerata dagli antichi. Essa è raffigurata cieca, sorda, seduta su una ruota rotonda e girevole, rivestita di una tunica, con un globo in testa, con il corno dell’abbondanza pieno di pomi, di fichi e frutti autunnali, con lo scettro in mano, infine in mezzo al mare per mettere in evidenza la sua leggerezza e instabilità.

Tra le pagine 50-51 sono inserite tre tavole raffiguranti riproduzioni del tempio della Fortuna delineate da Domenico Castelli, architetto dei Barberini, su disegni di Pietro da Cortona. Le tavole riproducono la veduta laterale, il prospetto e la pianta del tempio (sciographia, orthographiae ichnographia).

Le ultime due tavole, raffiguranti particolari del mosaico nilotico, sono inserite tra le pagine 288-289, nel capitolo XVIII Mantissa, un’appendice in cui l’autore ha inserito notizie di cui era venuto in possesso dopo la conclusione del volume. Le due tavole sono tratte dalle incisioni che Cesi aveva fatto fare dei frammenti del mosaico, non hanno didascalia, e riproducono diverse scene (un uomo su una barca di papiro, uno struzzo, soldati sotto un tempio, un edificio con torri, un uomo con tridente).

Il valore storiografico dell’opera è notevole per le innumerevoli notizie e documenti reperiti da Suarez e, soprattutto, per la presentazione del primo grande gruppo di iscrizioni prenestine, fino ad allora pubblicate sporadicamente.