LA “PENNA D’ORO DEL SEICENTO”: SEBASTIANO FANTONI
Il 10 febbraio ricorre il 333° anniversario della morte di un illustre prenestino: Padre Sebastiano Fantoni Castrucci, religioso, letterato e storico. Lo storico Leonardo Cecconi (Storia di Palestrina 1756), lo chiama Juniore per distinguerlo dall’omonimofondatore della Biblioteca che da lui prese il nome (1550-1623).
Sebastiano Fantoni Juniore nacque a Palestrinaintorno al 1625 da Pietrantonio e Olimpia Castrucci. Il 10 maggio 1646 entrò nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; compì i suoi studi a Caprarola, Terni e Parigi ottenendo la laurea in Teologia. In quella città fu nominato Commissario Generale, con la quale qualifica visitò quasi tutti i conventi dell’Ordine. Tomato a Roma, a causa di una infermità fu costretto a passare all’Ordine dei Carmelitani Calzati (1653).
“Uomo dotto ed eloquente, – scrive Petrini (Memorie Prenestine 1795) – che sparse la Divina parola da’ primi pulpiti d’Italia e di Roma’’. Fantoni, infatti, esercitò per diciannove anni il suo ministero apostolico nelle più importanti città italiane, raggiungendo la fama di grande predicatore; durante la sua permanenza a Pisa, infatti, diverse volte il Granduca di Toscana andò ad ascoltarlo. Provinciale della Provincia Romana, e Segretario di tutto l’Ordine, gli fu offerto ancheil Generalato che però rifiutò. Negli ultimi anni della sua vita fu Priore del Convento di Palestrina, dal 1678 al 1680 e, il 18 maggio 1683 nominato anche Commissario.
Fantoni fu un fecondo scrittore, tanto da meritarsi l’appellativo di “penna d’oro del suo secolo” da parte di Padre Oliva, Prevosto Generale della Compagnia di Gesù. A Palestrina, “in occasione della Peste spenta in Preneste col patrocinio de ’Santi, e con la cura dell’Eccellentissimo suo Prencipe D. Maffeo Barberini’,compose nel 1657 un dramma in musica intitolato Preneste liberata.Il dramma, stampato dal fratello presso la tipografia romana di Ignazio de’ Lazari, fu cantato alla fine della Messa solenne celebrata nel Duomo per ringraziare il S. Patrono Agapito della fine della pestilenza.
Altre opere di Fantoni sono: Storia dell’anello pronubo di Maria Vergine (Perugia 1673), una copia originale del quale si conserva a Perugia nella chiesa dei Carmelitani, la Istoria della città di Avignone e del contado Venusiano, che scrisse quando fu Protodatario di quella città, e che venne stampato a Venezia nel 1678; Lo specchio di Dio. Panegirico in lode della B. Caterina di Bologna (1673), che fu stampato a Bologna, dove predicò la Quaresima nella Chiesa della Madonna SS. ma delle Grazie; dal francese tradusse in italiano la Storia di Francia ossia del Faramondo (Perugia 1675), in tre volumi, che dedicò al Principe Rinaldo D’Este, e Massime spirituali del Ven. Fr. Gio. di S. Sansone carmelitano della provincia di Turena, insieme col compendio della sua vita (Venezia 1679). Altre opere come L’Annuale delle Anime purganti, la Storia Apologetica del suo Ordine contro Papebrochio, e la Storia di Giovanni Gerosolimitano, come scrive Cecconi, rimasero inedite e sono oggi perdute.
Durante la sua presenza nel convento prenestino cominciò a scrivere una storia in versi della città di Palestrina, “Historiam patriae suae lingua vernacula meditator”, ma non fece in tempo a terminarla perché la morte lo colse prima. “Pervenuto alla morte sotto li 10 febbraio1689 – scrive infatti Cecconi – non giunse che alla morte di Silla non senza nostra grave tristezza, attesa la perdita di sì rilevanti memorie, e molte notizie, che ora non ci riesce di poter pruovare”.
Angelo Pinci