TESTA DI GIOVANE UOMO DA PALESTRINA AL MUSEO NAZIONALE ROMANO
Capolavori di Praeneste nel mondo
Nel 2019, insieme all’amico ed editore Bruno Gardien, ho pubblicato il libro Capolavori di Praeneste nel mondo. Una ricerca attraverso le cartoline. In esso ho presentato 75 cartoline, le sole che ero riuscito a trovare fino ad allora che riproducono capolavori dell’arte antica, ritrovati a Palestrina nel corso di scavi archeologici effettuati negli ultimi tre secoli, e conservati, per varie vicende – acquisti regolari, vendite clandestine, razzie in tempi di guerra ecc. – nei musei di tutto il mondo.
Nel libro ho presentato una sola cartolina riproducente reperti prenestini conservati nel Museo Nazionale Romano: le lastre marmoree dei mesi di marzo ed aprile dei Fasti Praenestini. In questi giorni sono riuscito a reperire una nuova cartolina che riproduce una scultura antica conservata nello stesso museo. “Ritratto romano da Palestrina” è la didascalia della cartolina n° 63855 edita dalla ditta Grafia-Sezione Edizioni d’Arte di Roma alla fine degli anni Quaranta.
Si tratta della testa di un giovane uomo (n. inventario 103401) in marmo greco, alta cm. 29, ritrovata nella zona della Colombella nel 1923. Il ritrovamento avvenne casualmente da parte di Francesco Rosicarelli mentre stava facendo dei lavori agricoli. Così ricorda il ritrovamento Roberto Paribeni su Notizie degli scavi di Antichità: “Del bel ritratto romano rimane la testa, troncata obliquamente nel collo, con qualche scheggiatura nel naso, nel mento, nel sopracciglio destro, nonché qualche corrosione nella guancia destra. Rappresenta un giovane uomo dall’aspetto energico e risoluto, con fronte non molto alta, sulla quale sono tirati i capelli folti e ondulati. Gli occhi profondi sono piuttosto piccoli, e piccola anche è la bocca dalle labbra serrate e sottili. Il viso è piuttosto largo, e ampie e possenti sono le mascelle inferiori. L’esecuzione larga e grandiosa rivela una maestria franca e sicura, e una non comune vigoria di espressione. Malsicuri mi son sembrati saggi di ravvicinamento ad altri ritratti, e vani i tentativi di identificazione. Non mi sembra però dubbio, che l’opera debba attribuirsi al primo periodo imperiale, e più propriamente all’età augusteo-tiberiana”.
Bianca Maria Felletti Maj, che ha pubblicato nel 1953 il catalogo dei ritratti plastici del museo romano, ha notato nel giovane ritratto una certa rassomiglianza, nell’espressione e in alcuni tratti fisici, con Agrippa giovane.