UN MONUMENTO AL REDENTORE NEL PORTO D’ISCHIA
Nel Porto dell’isola d’Ischia si trova uno dei tanti monumenti al Redentore innalzati in Italia ed all’estero in occasione dell’Anno Santo 1900. I Monumenti avrebbero dovuto essere solo 19, quanti erano i secoli della redenzione, ed uno per regione, a cui se ne aggiunse un ventesimo da innalzare a Carpineto Romano, paese natale del papa Leone XIII.
L’idea del Comitato Nazionale, che aveva sede a Bologna ed era presieduto dal conte Giovanni Acquaderni, era di innalzare una statua che fosse uguale per tutte le regioni e fu diramata una circolare a tutte le diocesi italiane per far sì che fossero raccolte offerte tali da poter superare le gravi difficoltà in cui si dibattevano i comitati regionali, difficoltà che aumentavano anche per i dubbi e le opposizioni delle pubbliche autorità, trattandosi d’innalzare un grande monumento religioso in un luogo pubblico. Nonostante le difficoltà, ben sedici monumenti ufficiali furono realizzati ma alcuni erano costituiti da una semplice croce o ad un bassorilievo, altri da cappelle.
L’omaggio al Redentore, però, riscosse un tale successo che ai monumenti ufficiali ne furono aggiunti molti altri; 17 quelli consistenti nella statua del Redentore, identica a quella ufficiale del Comitato, posta su un basamento in muratura o su una colonna. Le croci, le cappelle, i santuari sono state ben 55 in Italia e una decina all’estero.
Il monumento di Ischia fu inaugurato l’8 novembre 1903, circa due mesi dopo quello ufficiale di Guadagnolo (XIV). Fu il vescovo, mons. Mario Palladino, a volere innalzare un monumento nell’isola. “L’Italia – scrisse – ha consacrato i suoi monti più celebri a Gesù Redentore, e bene ha fatto; ed ora bisogna che gli consacri i suoi mari, questi mari sui quali s’intreccia tanto meraviglioso poema di glorie patrie e cristiane e che aspettano pubblicamente si attesti che Cristo è re loro, con lo scettro della Croce levato sull’Adriatico, sul Jonico, sul Tirreno, sul Mediterraneo”.
La prima pietra, nel Porto, fu messa l’1 marzo 1903 insieme ad un’epigrafe chiusa in un astuccio di ferro che recita: “Il giorno 1 marzo 1903 fu posta questa prima pietra del monumento a Gesù Redentore re dei mari col festivo concorso del Vescovo, del clero, del popolo, che nel Giubileo Pontificale di Leone XIII vollero insieme glorificare Crosto e il suo Vicario”.
Il disegno del monumento fu opera dell’ingegner Francesco Fusco, l’esecuzione fu affidata all’ingegner Luigi Parisi di Casamicciola e i blocchi basaltici provenivano dalle cave veneziane. La statua del Redentore, in ghisa bronzata ed alta due metri, è posta su un basamento in pietra vesuviana, alto 7,29 metri. Sulla pietra del monumento è lo stemma del vescovo Palladino ed una lapide marmorea che reca l’iscrizione dettata dallo stesso vescovo: A GESU’ CRISTO REDENTORE RE DEL MARE – L’ISOLA D’ISCHIA – 1903.