A DAVID NONNIS IL 36° PREMIO ARCHEOLOGICO “LEONARDO CECCONI”

A DAVID NONNIS IL 36° PREMIO ARCHEOLOGICO “LEONARDO CECCONI”

14 Aprile 2019 0 Di angelo

Il 14 aprile, nell’Hotel Stella di Palestrina, si è svolta la manifestazione per la consegna del 36° Premio Archeologico “Leonardo Cecconi” da parte del Lions Club Palestrina “Ager Praenestinus”. Il premio, dedicato allo storico locale vissuto nel XVIII secolo, è stato istituito nel 1984 per stimolare la ricerca e lo studio del patrimonio archeologico prenestino, ai fini della valorizzazione e tutela dei beni culturali e ambientali del territorio di Palestrina e di quello più esteso dell’Ager.

Lorenzo Quilici, studioso della zona prenestina, è presidente della Giuria, composta da rappresentanti del Comitato Archeologico del Club, dal Soprintendente archeologico del Lazio e da rappresentanti designati dall’Unione delle Accademie straniere di Roma. Nella presentazione del premio, Quilici ha fatto notare come Palestrina sia una città inesauribile per le scoperte che escono dal sottosuolo quasi ogni giorno, con grande soddisfazione del mondo scientifico, “straordinari monumenti che richiamano ogni anno un gran numero di studiosi che rivolgono la loro attenzione ad essi pubblicando monografie, articoli, saggi”.

I premiati delle 36 edizioni precedenti sono tutti studiosi di fama internazionale: Hans Riemann, Jacqueline Champeaux, Antonio Giuliano, Fritzi Jurgeit, Gabriella Bordenache Battaglia, Maria Grazia Granino Cecere per ben due volte, Luisa Musso, Adriana Emiliozzi, Friedrich Rakob, Maria Pia Muzzioli, Edilberto Formigli, Maurizio Calvesi, Maria Teresa Onorati, Emilio Peruzzi, Reinhold Merkelbach, Paul G.P. Meyboom, Cairoli Fulvio Giuliani, Fernando Gilotta, Patrizio Pensabene, Filippo Demma, Sandra Gatti, Alessandro Pintucci, Ernesto Capanna, Annalisa Franchi De Bellis, Raffaele Mambella, Marco Placidi, Alessandra Tedeschi, Tommaso Mattioli, Leonardo Salari, Alessandro D’Alessio, Zaccaria Mari, Elisabetta Mangani, Marco Buonocore, Laura Ambrosini.

Il premio di quest’anno è stato assegnato al dr. David Nonnis, ricercatore e docente di Storia Romana alla facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma, per il saggio “Tra continuità e trasformazione: appunti su alcune magistrature “tradizionali” delle comunità laziali tra Repubblica e Impero”, la relazione è stata presentata nel 2015 al XXI Incontro franco-italiano sull’epigrafia del mondo romano, svoltosi a Campobasso dal 24 al 26 settembre, e pubblicata nel 2017 negli Atti del Convegno.

Nonnis fa anche parte di un pool di studiosi che stanno studiando e rivisitando il Corpus delle iscrizioni prenestine, un lavoro complesso che sarà completato tra quattro o cinque anni.

Egli ha fatto vedere e commentato tutta una serie di iscrizioni relative alla storia economica e sociale di Praeneste, una città romana segnata da una marcata vocazione manifatturiera. Dal IV sec. a.c. fino all’età imperiale, risultano evidenti la varietà della vita lavorativa, in particolare l’artigianato e il commercio nella vita economica e sociale della città, la sua interdipendenza col santuario di Fortuna Primigenia e la creazione di una fitta serie di rapporti imprenditoriali con le aree circostanti. L’apporto conoscitivo dell’epigrafia locale è determinante non solo per la storia amministrativa della città, formalmente autonoma da Roma fino alla Guerra Sociale, ma anche per tracciarne il profilo economico.

Le numerose iscrizioni di segnacoli funerari, delle dediche dei magistri collegiorum alla Fortuna, o di quelle che commemorano interventi edilizi sul santuario o altri edifici pubblici, costituiscono un patrimonio onomastico che ha pochi confronti, basti pensare – ha detto Nonnis – che quelle di età repubblicana trovate a Praeneste sono addirittura più numerose di quelle di Roma.

Nonnis ha mostrato anche alcune iscrizioni trovate a Ponza, Delo, Aquileia, che testimoniano le attività imprenditoriali dei prenestini fuori da Praeneste.

Angelo Pinci