I RICORDI DELLA SCUOLA MEDIA “PIERLUIGI” DI EUGENIO TOMASSI E ALTRI
La Collana “Documenti prenestini”, curata da Vittorio Perin e Angelo Pinci, si è arricchita di un nuovo numero, il quarto. Il libro, intitolato “Ricordi della Scuola Media “G. Pierluigi” Palestrina” era stato elaborato dal prof. Eugenio Tomassi nell’ormai lontano 1997 e pronto per essere pubblicato in una serie di lavori patrocinati dalla Biblioteca Comunale Fantoniana, ma per alcune circostanze avverse non se ne fece nulla.
Eugenio Tomassi (1926-2008) è stato per molti anni insegnante di educazione fisica nelle scuole medie locali prima e superiori poi, ammisitratore comunale e “preparatore tecnico” del basket prenestino che, sotto la sua guida, visse una fase di successi a livello regionale e nazionale. Eugenio teneva molto a questa pubblicazione e aveva chiesto anche ad altri ex insegnanti ed ex alunni di contribuire con alcuni ricordi personali. il fine era di dare uno spaccato vero e vissuto della istituzione di regolari corsi di scuola media statale a Palestrina, a cominciare dall’immediato dopoguerra, quando la città dovette rinascere dalle macerie.
L’invito fu accolto dal prof. Don Giacinto Marianecci (1922-2010), anch’egli per molti anni professore di materie letterarie della scuola media, e da due ex alunni, Don Antnio Sbardella, alunno degli anni cinquanta, e Vittorio Perin, degli anni sessanta. I ricordi dei due insegnanti ne coinvolgono anche altri come Roberto Simeoni (1922-1976), sempre in prima fila nel dibattito relativo alla Riforma della Scuola media, avviata nel 1962, e che pubblicò, nel 1969, un volume dove analizzava proprio le inadempienze e i ritardi dell’attuazione di quella riforma; o Emilio De Notaris, – il preside che aveva la mania ossessiva della precisione negli orari che pretendeva fossero rispettati dagli insegnanti e dagli alunni – che regalò a tutti gli studenti un libriccino, intitolato La religiosità del romano e dell’ateniese, – un capitolo tratto dall’opera Citè antique dello storico francese Fustel De Coulanges – col quale aveva cercato di dare un contributo alla comprensione delle memorie storiche e religiose prenestine.
Antonio Sbardella ricorda i “tempi eroici”, quando – scrive – si andava a scuola con il ciocchetto per riscaldare le aule, e quando la palestra era la Via Nuova (oggi De Gasperi) dove le lezioni si svolgevano in strada e bisognava scansarsi ogni qualvolta passava una automobile.
Vittorio Perin ricorda soprattutto la figura di Don Giacinto, il professore di lettere per eccellenza, che portava un cappello che per la sua forma chiamava “Saturno”! “Professore di lettere, espressione strana – scrive – che non sapevamo bene cosa significasse… ma presto lo apprendemmo a nostre spese: studio della lingua italiana e latina, della storia, della geografia, dell’educazione civica (poca in verità). Il professore di lettere era un po’ il perno intorno al quale ruotavano tutti gli altri insegnamenti… Significava imparare le poesie a memoria ed imparare anche recitarle perché, se mancava la giusta dizione espressiva una tiratina di orecchie don Giacinto te la dava di sicuro”.
E Perin è rimasto così colpito e appassionato di poesia da averne scritte veramente tante!
In libro di ricordi, insomma di 44 pagine, arricchito da numerose fotografie che ci riportano a tempi lontani ma che sono la testimonianza dell’impegno degli insegnanti, degli studenti e delle famiglie per la rinascita italiana dopo la fine della guerra.