IL PIROSCAFO PALESTRINA… DALL’ITALIA ALL’ERITREA
La Settimana Enigmistica… prenestina (n° 7)
Forse non tutti sanno che…
oltre la rosa, l’azalea, la farfalla, il ragno, il punto di ricamo, la via da Roma, la nostra Città ha dato il nome ad un piroscafo: il piroscafo Palestrina!!!
Del piroscafo ne da notizia il Corriere della sera in due articoli della fine dell’Ottocento relativi a Massaua, la capitale dell’Eritrea, la prima colonia italiana d’oltremare. Nel 1869 era stato aperto il canale di Suez che, unendo il Mediterraneo col Mar Rosso, permetteva di abbreviare notevolmente la rotta dell’India e dell’Estremo Oriente. L’armatore genovese Raffaele Rubattino colse subito l’occasione e inaugurò un servizio di navigazione tra l’Italia e l’Egitto, alcuni anni dopo anche con i porti del Mar Rosso. Il piroscafo Palestrina, costruito nel 1871, collegava l’Italia con Massaua; ne abbiamo notizie da un articolo del 1886 in cui si legge che, a seguito di un grande incendio a Massaua, erano andate “distrutte circa 200 capanne e rovinate poche case in muratura…”. Ne seguirono tumulti che causarono l’eccidio della missione di Porro; nessuno poteva fuggire, “i pochi europei, che ancora vi restano, – scrive il cronista – sono obbligati a pregare 5 volte al giorno sotto pena di un gran numero di colpi di frusta. Col Palestrina martedì mattina partirono molti preti e frati abissini ed anche una monaca fino a Suez”.
In un altro articolo del 1892 si legge che il piroscafo salvò un gruppo di operai che erano rimasti isolati sull’isola di Scium, di fronte a Massaua, in cui erano andati per eseguire dei lavori al faro.
Il piroscafo era ancora in attività nel 1910 perché risulta nell’elenco dei vapori a disposizione della Navigazione Generale italiana sulle linee Cagliari-Alghero e ritorno e Genova-Livorno e ritorno.