LA ROSA PRENESTINA IN MOSTRA A COMO PER IL BIMILLENARIO DI PLINIO
Sono iniziate a Como le celebrazioni per il bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, avvenuta tra il 23 e il 24 d.C.
Plinio apparteneva all’ordine equestre romano ed è stato comandante di uno squadrone di cavalleria ai confini fra Gallia e Germania. Tornato a Roma si dedicò a studi di retorica e grammatica scrivendo diverse opere andate però perdute. L’unica grande opera che ci ha lasciato è Naturalis historia, una grande enciclopedia in 37 libri in cui si trovano nozioni di geografia, antropologia, zoologia, medicina, astronomia e botanica.
Tra le tante manifestazioni previste, in una Mostra che la Società Archeologica Comense sta organizzando nella Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, nell’Area della Chiesa di S. Abbondio in Como, dal 30 agosto al 3 settembre p.v., a commento del capitolo sui fiori della Naturalis Historia, sarà presente anche la Rosa praenestina, sia con una foto di una rosa moderna che con una incisione seicentesca di Basilius Besler, che abbiamo gentilmente messo a disposizione del prof. Gaetano Iapichino, curatore della Mostra.
L’incisione è tratta dal libro Hortus Eysettensis (1613), in cui la Rosa praenestina variegata è descritta “con molti petali e foglie normali, con striature rosse che si alternano per circa un terzo con il bianco; il bianco e il rosso integri si mischiano mantenendo lo stesso splendore di colore”.
Plinio, che sappiamo dalle antiche fonti avere una villa anche a Praeneste, è stato il primo a parlarne, scrivendo che la rosa prenestina, insieme a quella campana era celeberrima (generis eius rosae nostri fecere celeberrimas Praenestinam et Campanam, n.h. 21,16); anche Marziale scrive che dalla coltivazione delle rose a Praeneste era fiorita l’industria dei profumi.
Oggi due toponimi ricordano le zone dove molto probabilmente era coltivata la rosa: Via Rodi e Bocce Rodi.