LE PRIME CARTOLINE ILLUSTRATE DI PALESTRINA RISALGONO AL 1899

LE PRIME CARTOLINE ILLUSTRATE DI PALESTRINA RISALGONO AL 1899

18 Dicembre 2019 0 Di angelo

Le prime due cartoline in assoluto dedicate a Palestrina, furono stampate … in Germania, a Lipsia!

Fu la tipografia-fonderia W. Drugulin, Imprimerie Orientale et Fonderie des caractèresa stampare due cartoline in occasione del XII Congresso Internazionale degli Orientalisti che si tenne a Roma dal 3 al 15 ottobre 1899.

Il Congresso– scrive Annick Fenet – fu un evento di rilievo non solo internazionale, ma anche nazionale, che riunì per 12 giorni più di 500 congressisti nella capitale italiana. Organizzato da uno studioso all’epoca assai famoso – Angelo de Gubernatis (1840-1913), che aveva già organizzato il IV Congresso a Firenze nel 1878 – sul versante scientifico, il Congresso romano mise l’accento sui legami fra le civiltà orientali e il mondo classico (soprattutto etrusco e romano), e su quello culturale e politico servì indubbiamente a glorificare il giovane stato italiano”.

Era ancora vivo, probabilmente, l’eco della scoperta delle tombe principesche, dette “orientalizzanti” per i ricchi corredi provenienti dalla Fenicia rinvenute alcuni anni prima nella necropoli della Colombella,  per cui furono organizzate delle visite a Palestrina e Tivoli e, per l’occasione, stampate due cartoline ricordo. “I congressisti– scriveva un cronista dell’epoca sul Corriere della serafaranno da Roma due escursioni: una a Palestrina (l’antica Preneste, mamma della città eterna, l’altra a Villa Adriana ed a Tivoli”.

Non si tratta di cartoline che riproducono fotografie ma disegni, ispirati a vere foto; il primo raffigura una veduta di Palestrina presa da Levante, il secondo l’Antro delle Sorti. Ne furono stampate diverse copie, nelle varianti di colore grigio, blu e rosso mattone; l’affrancatura costava 5 cent. per l’Italia e 10 per l’Estero.

La cartolina avente per didascalia “Antro delle Sorti (Preneste, Palestrina)”, in realtà, raffigura “il tinello di Pietro Cicerchia, ove si custodivano le famose sorti prenestine” – come un convegnista ha scritto a mano su una di esse.

Il cosiddetto “antro delle sorti”, situato all’estremità occidentale della basilica corrispondente al cortile dell’ex Seminario vescovile, è una grotta-ninfeo, tradizionalmente chiamata così perché ritenuta, erroneamente, il luogo dove furono trovate le sortesdel culto oracolare di Fortuna.

La grotta, scoperta nel 1869 dall’allora Ispettore alle Antichità, Pietro Cicerchia, conserva parte del pavimento in raffinato mosaico policromo rappresentante il fondo del mare pieno di ogni sorta di pesci. Il mosaico venne in luce nei lavori di allargamento delle cantine e non fu preso nella dovuta considerazione da nessuno, tanto che si continuò a lavorare senza porvi nessuna attenzione, anzi il luogo fu usato per lo spegnimento della calce, a cui si deve una durissima incrostazione, difficilmente asportabile e ancora visibile su alcune parti del mosaico rimaste.

Angelo Pinci