MEMORIE PRENESTINE DISPOSTE IN FORMA DI ANNALI, DI PIETRANTONIO PETRINI

MEMORIE PRENESTINE DISPOSTE IN FORMA DI ANNALI, DI PIETRANTONIO PETRINI

8 Giugno 2019 0 Di angelo

Al 1795 risale la terza opera scritta sulla storia di Palestrina: Memorie prenestine disposte in forma di annali. L’autore dell’opera, stampata in Roma nella Stamperia Pagliarini, è l’Avvocato Pietrantonio Petrini (1722-1803), storico prenestino, definito per la sua grande erudizione il “Muratori di Palestrina”.

L’opera viene cronologicamente dopo le opere di Suarez, Praenestes Antiquae (1655), e di Cecconi, Storia di Palestrina città del Prisco Lazio,(1756); è particolarmente importante perché per la prima volta un cittadino qualunque, non religioso, si cimentava in un’opera “che spicca nel contesto della storiografia prenestina per la peculiare specificità dell’apporto conoscitivo” (Fancelli, 1990).Pietrantonio Petrini – scrive ancora Fancelli – vive in pieno il Settecento nelle sue temperie culturali, pur da un osservatorio necessariamente provinciale”.

Il primo testo che gli si attribuisce è un fascicoletto intitolato Corona poetica nelle nozze degli eccellentissimi Signori Don Gennaro Caraccioli e Donna Olimpia Barberini offerta da Arbace Tesmiano PA(Roma 1748) contenente 15 sonetti. Dal nome si evidenzia che Petrini faceva parte degli Arcadi e degli Incostanti, e ciò è confermato da un altro suo volumetto: La poetica di Q. Orazio Flacco restituita all’ordine suo e tradotta in terzine con Prefazione critica e note(Roma 1777), in cui nelle “Approvazioni” si parla esplicitamente di Arbace Tesmiano, sig. Avv. Pietro Antonio Petrini Prenestino. La sua indubbia vocazione storiografica dedita alla città natale si comincia ad evidenziare con la pubblicazione successiva, Di Sant’Agapito Prenestino, della basilica a lui eretta in Palestrina e delle sue reliquie ivi venerate(Roma 1793). Infine nel 1801 pubblicò “Agapito prenestino Martire. Tragedia”, un dramma sulla vita del santo, ambientato a Palestrina, ed articolato in tre atti.

Le “Memorie prenestine” sono però la sua opera principale che, nel 1990, ha avuto una ristampa anastatica, a cura del Circolo Culturale Prenestino “Simeoni”, con prefazione di Paolo Fancelli. Il libro si caratterizza per l’andamento annalistico e per l’ampio risalto dato ai rinvenimenti archeologici che si susseguivano in quegli anni;è dedicato al principe Stanislao Poniatowsi, collezionista di opere d’arte, si compone di 517 pagine e sei tavole incise raffiguranti, la mappa della diocesi di Palestrina, quella del territorio della Città e il circuito murario, un mosaico oggi scomparso, una cista e uno specchio, tre cammei, un orologio solare e una testa di donna.

Nella prefazione della ristampa anastatica, Fancelli ha evidenziato il fatto che “quella di Petrini è forse, a suo modo e in senso lato, una microstoria, in ogni caso fondata sulla conoscenza obiettiva del maggior numero possibile di fonti ed è, peraltro, una storia di fatti, ed in ambito territoriale, non solo urbano, dotato di riferimenti frequenti ad un contesto storico-geografico, prevalentemente, com’è ovvio, quello romano. Il che fornisce indubbiamente respiro conoscitivo all’opera, rendendola partecipe di una catena di avvenimenti e di vicende a ben più larga scala. La peculiarità di questa opera è quella di procedere sistematicamente nell’illustrazione di ogni vicenda in qualche modo attinente alla città (ritrovamenti, saccheggi, pestilenze, erezioni e restauri di fabbriche, insediamenti vescovili, etc.) e tutte per lo più ratificate da fitti riscontri in nota con le fonti: l’insieme corroborato dal poderoso apparato di epigrafi e di documenti di archivio riportato nelle Appendici. L’impronta filologica di sapore muratoriano dell’opera è evidente… Il discorso si snoda in forma rigorosamente annalistica, in termini asciutti e puntuali… e pertanto – conclude Fancelli – la ristampa anastatica delle Memorie di Pietrantonio Petrini era invocata da tempo perché il volume sia più facilmente a disposizione anche di chi eventualmente si accinga a colmare i vuoti della storiografia prenestina ed è un investimento fecondo per ogni studio a venire”.

Angelo Pinci