SANT’AGAPITO SU UNA MONETA D’ARGENTO DI MONTANARO
Continuando le nostre ricerche bibliografiche di argomento prenestino, consultando libri antichi, ci siamo imbattuti in una rivista di numismatica del 1895: la Rivista Italiana di Numismatica, pubblicata a Milano dalla Società Numismatica Italiana e diretta da Francesco ed Ercole Gnecchi.
Nel fascicolo I di quell’anno Ercole Gnecchi presenta cinque monete che vanno da uno zecchino di Carlo Gonzaga ad una quadrupla di Alessandro VII passando per un mezzo tallero di Desana e altro; tra le cinque monete presenta anche un Cornabò di Montanaro con S. Agapito.
La moneta, inedita, fu trovata da lui in un piccolo ripostiglio di monete di Montanaro, un paese in provincia di Torino, e – scrive – “meritava d’esser segnalata all’attenzione dei numismatici”. Si tratta di un cornabò, una moneta d’argento, di Bonifacio Ferrero abate di San Benigno di Fruttuaria (1525-43) che al dritto ha uno scudo liscio inclinato, sormontato da elmo chiuso con lambrecchini (strisce frastagliate di stoffa che ornavano gli elmi n.d.a.); al di sopra, una corona dalla quale nasce un’aquila pure coronata e rivolta a sinistra; intorno le scritte BON . FER . CAR . IPPO . S . BEN . AB. Al rovescio è raffigurato un santo guerriero a cavallo, col vessillo della croce; sotto il cavallo un anello; intorno la scritta SANCTVS . AGAPITVS.
Quello che forma la specialità della moneta per Gnecchi è la figura di Sant’Agapito, effigiato per la prima volta su una moneta di Montanaro. Il numismatico ha fatto delle ricerche per vedere se il santo avesse relazione con la famiglia Ferrero o coi feudi da essa posseduti ed ha trovato che alla terra di San Benigno di Fruttaria, che in origine apparteneva a questa abbazia, in seguito ne furono aggiunte altre tre, appunto Montanaro, Feletto e Lombardore. Quest’ultimo comune, e la sua chiesa parrocchiale, è posto sotto il patrocinio di Sant’Agapito martire, di cui vi si venerano alcune reliquie. Nella Cronaca manoscritta dell’abbazia, sta scritto che il capo del santo vi sarebbe stato recato da Preneste nel 1215 dal conte Bonifacio di San Martino e che fu collocato nel monastero di Lombardore. Secondo altri il capo sarebbe stato portato da Ottone Guglielmo, fondatore dell’abbazia; per altri ancora vi sarebbe stato portato dal re Arduino.
Ancora oggi a Lombardore la festa di Sant’Agapito si celebra il 18 agosto, proprio come a Palestrina. “Nulla quindi di più naturale – conclude Ghecchi – che quegli abati, oltre i santi Benigno e Tiburzio, avessero scelto a loro patrono anche Sant’Agapito, e lo rappresentassero sulle loro monete”.
Qualche anno fa, nel 2021, pubblicammo Iconografia di Sant’Agapito martire prenestino, un libro dove presentavamo, per quanto possibile, tutto ciò che riguardava il santo: quadri, affreschi, incisioni, sculture, disegni, libri, cartoline, immaginette sacre, ecc., ma non eravamo a conoscenza della moneta di Montanaro.
Certo è che il santo raffigurato sulla moneta è un santo guerriero, a cavallo, cosa che mi sembra poco probabile per un giovinetto di circa 15 anni. Non si sa se le reliquie venerate a Lombardore siano del nostro Agapito; molto probabilmente quelle reliquie facevano parte di un nutrito gruppo di spoglie dei martiri, riposte addirittura in sei casse, che il sacerdote Giò Battista Cavagna di Momo, – dopo che Carlo Borromeo, aveva assecondato il culto delle reliquie ordinandene la distribuzione nei paesi delle diocesi lombarde – aveva trasportato dai cimiteri di Roma a Novara per porle alla venerazione dei fedeli, e il nostro santo non è stato sepolto in un cimitero romano. Di questo gruppo di reliquie facevano parte anche quelle di Maggiora, dove il santo prenestino è venerato fin dal 1615 e, come tutti gli anni, festeggiato sempre il 18 agosto!