STENICO ‘900 – L’UOMO E L’ARCHETIPO: LA MOSTRA AL MUSEO CITTA’ DI POMEZIA
Lunedì 21 ottobre è stata inaugurata, al Museo Città di Pomezia, la Mostra “Stenico ‘900 – L’uomo e l’archetipo”.
Il progetto scientifico della Mostra è di Claudia Montano, direttore del Museo, che l’ha ideata per l’86° anniversario della fondazione della città (25 aprile 2024).
“L’idea del progetto – scrive Claudia Montano nel catalogo – era di portare all’interno degli spazi museali un forte e costante richiamo all’importanza delle origini, al valore fondante della genesi, motivi precipui per cui la scelta è ricaduta su una personale dedicata al percorso artistico dello scultore accademico Alessandro Stenico”.
Per la Mostra sono state selezionate 28 opere, per un totale di 61 elementi, fra sculture, terrecotte e illustrazioni scelte nel suo atelier di Ardea. Nato e cresciuto in Trentino, Alessandro Stenico, scultore accademico di caratura internazionale è stato allievo di Marino Marini, Umberto Mastroianni e Luciano De Vita, e dal 1972 vive ad Ardea, e Pomezia dove ha insegnato per molti anni.
“In Stenico, – scrive ancora Montano – il riferimento alle simbologie arcaiche, al primordiale, alle forme archetipiche, è una scelta stilistica dalla forte connotazione estetica, ma nella riconoscibilità formale del segno vi è l’approdo a una molteplicità di stratificazioni di senso che esplorano il valore etico dell’arte e la necessità assoluta per l’uomo di conservare memoria delle proprie origini, della propria scaturigine dal remoto caos della genesi”.
Al centro del Museo campeggiano due grandi opere: Il gioco dell’amore e Figura femminile, la prima una scultura in terracotta dipinta nel 2003 che ha viaggiato attraverso l’Europa, la seconda un’opera in basalto del 2023-24, inedita.
Il Catalogo della Mostra, stampato da Cangemi Editore, è stato curato da Claudia Montano con la collaborazione di Stenico, di Lorenza De Giorgio, vice presidente del Rotary Club Pomezia Lavinium e da Michela Orazzini ed Elena Fedele del Museo Città di Pomezia Laboratorio del Novecento; le riprese fotografiche sono di Stefano Pinci.