TRAIANO A PRAENESTE: UNO STUDIO DI MARIA GRAZIA GRANINO
É fresco di stampa il 71° volume di Archeologia Classica, la Rivista del Dipartimento di scienze dell’antichità dell’Università di Roma. Tra i numerosissimi articoli pubblicati ce n’è uno di Maria Grazia Granino Cecere, già docente dell’Università di Siena, dedicato a Praeneste.
La Granino fa parte di un gruppo di lavoro volto a recuperare tutti i documenti epigrafici di Praeneste per una nuova edizione del Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL) ad essa dedicato. Il lavoro è enorme perché si tratta di ritrovare tutte le iscrizioni prenestine già presenti nell’edizione del 1887 del CIL e di tutte quelle scoperte negli anni successivi ed andate disperse nei luoghi più diversi. In questo articolo, l’epigrafista si è occupata di un’interessante iscrizione, già nota alla fine dell’Ottocento, ma subito dispersa, come anche moltissimi reperti prenestini, sul mercato antiquario. Dal suo riesame e da quello di altre testimonianze epigrafiche inedite è emerso un rapporto privilegiato di Traiano, Optimus Princeps, e del suo entourage con Praeneste.
Si tratta di un cippo cilindrico di marmo, rinvenuto nel 1894 in un terreno in contrada S. Rocco. Il cippo fu acquistato nel 1898 da Stefano Bardini, un mercante d’arte fiorentino; dalle foto da lui stesso scattate si evidenzia che la sommità del cippo era tondeggiante, mentre attualmente – nella collocazione a Villa Medicea di Cerreto Guidi, dove sono ospitate molte opere della collezione Bardini – è piatta, e non si sa quando e per quale motivo sia stata modificata.
Il cippo riporta un’iscrizione nella parte alta che io propongo di seguito completa delle integrazioni: Imperatori Caesari divi Nervae filio / Nervae Traiano Augusto / germanico, pontifici maximo / tribunicia potestate V, consuli III, patri patriae / decurionse populusque.
nella parte inferiore del cippo la dedica: Dedicata XIIII Kalendas octobres / Tiberio Claudio Attalo Mamiliano / Tito Sabidio Sabino IIviris.
Dall’esame dell’iscrizione è significativo per l’epigrafista il giorno della dedica, il 18 settembre, perché questo è il dies natalis di Traiano; quindi un atto di omaggio della comunità prenestina verso l’imperatore in occasione del suo compleanno. Le tracce rimaste di alcune lettere tra le righe 4 e 5 (EX ed una o e una t, forse facenti parte della parola voto) si rileva che potrebbe trattarsi di un ex voto, quindi “che gli dei – scrive Granino – hanno ascoltato la preghiera loro rivolta dagli uomini, per cui questi ora si trovano ad ottemperare a quanto promesso alla divinità”, in questo caso un voto formulato dal senato e dal popolo prenestino per l’imperatore, e quale poteva essere un voto espresso a nome dell’intera comunità cittadina? la risposta è la data del 18 settembre dell’anno 102, quando era appena giunta la notizia della vittoria sui Daci di Traiano.
Altre iscrizioni attestano come un significativo numero di personaggi dell’entourage dell’imperatore abbia scelto Praeneste quale luogo di residenza. Matidia Augusta, nipote di Traiano, aveva una proprietà in territorio prenestino, come si rileva dall’iscrizione su una porzione di fistula, così come anche due prefetti del pretorio dell’imperatore, avevano una residenza nell’ager Praenestinus: Acilio Attiano nei pressi di Porta San Martino, e Iulio Aquilino nella pianura tra Olevano e Paliano.
Anche Plinio vi aveva un possedimento, ma la testimonianza più importante, probabilmente, è il rilievo con scena di trionfo rinvenuto nel 1967 in località la Cona, identificata da Luisa Musso come una rappresentazione del trionfo partico tributato post mortem a Traiano.